Un po' di storia: le invenzioni più odiate di Internet
Nell’era digitale, Internet è diventato un terreno fertile per invenzioni rivoluzionarie che hanno trasformato il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. Tuttavia, non tutte le creazioni sono state accolte con entusiasmo. Alcune di esse hanno suscitato frustrazione, irritazione e persino rabbia tra gli utenti. In questo articolo, esploreremo le sette invenzioni di Internet più odiate, analizzando come e perché hanno guadagnato questa dubbia reputazione. Dalle fastidiose pop-up alle invasive tecniche di tracciamento, preparatevi a un viaggio attraverso gli aspetti più controversi del web.
I banner pubblicitari
Era il 27 ottobre 1994 quando nel sito HotWired, rivista digitale da cui nacque successivamente il clolosso digitale Wired, apparve il primo ad pubblicitario. Si trattava di una semplice immagine a sfondo nero e testo arcobaleno con scritto "Have you ever clicked your mouse right here? You will" e si poneva sia come esperimento sociale (vedere quanti, leggendo quel You Will, avrebbero effettivamente clickato) sia come metodo alternativo ai soliti link testuali per mandare ad una sottoscrizione a pagamento.
Da quel giorno, le tecnologie pubblicitarie del web sono diventate sempre più complesse ed invasive, si trasformarono in annunci animati, in finestre pop-up e pop-under, in sistemi di tracciamento e tanto altro, tanto che nel 2019 l'esperto di new media Ethan Zuckerman definì gli ads "Il peccato originale di Internet".
I Captcha
Nati nel 1997 ad opera di Andrei Broder, capo sviluppatore di Altavista, i captcha avevano un intenzione nobile ed autodifensiva, totalmente trasparente all'utente: servivano per impedire ai metacrawler di aggiungere automaticamente ed abusivamente links alla sua Link Directory, collegata al motore di ricerca. I Crawler erano tra il 1995 ed il 2000 una autentica piaga di Internet, ed i captcha originali erano una tecnica di limitazione all'azione di questi robot.
I Crawler
Avendoli citati nel punto precedente, non possiamo non parlare dei Crawler e degli Spider. Si tratta di programmi atti a scansionare uno o più domini Internet e svolgere funzioni automatizzate, che vanno dal download per riprodurre in locale l'intera struttura di un sito (Off-line Browsing) alla sottoscrizione automatica di siti nei motori di ricerca (flagello per cui Altavista inventò il primo captcha), fino anche alla creazione automatica e massiccia di utenze nei siti fornitori di servizi, utenze che venivano poi vendute o sfruttate in modo malevolo.
I crawler più specializzati e dannosi erano senza dubbio quelli che scansionavano intere reti in cerca di falle, porte aperte, risorse condivise etc, dati che venivano salvati poi dal crawler in un file locale utilizzato per scopi malevoli (ad esempio creazione di liste di proxy, liste di broadcast per DDoS, o rivendita di email a scopo di marketing).
La censura regionale
A cavallo del 2000 moltissimi siti iniziarono a mettere in atto pratiche di riconoscimento geografico dell'IP del visitatore a scopo di censura, per restringere l'accesso ai contenuti. Questa tecnica di regionalizzazione era già comune per redirigere un utente alla versione 'regionale' di un sito, ma ben presto iniziò ad essere usata per l'imitare l'accesso ai contenuti. Un noto ed assiduo utilizzatore di questa tecnica è l'aggregatore di video Youtube, che fin dalle prime versioni impedì la diffusione di alcuni video in alcuni paesi.
I Companion Tools
Vi è mai capitato, specialmente tra il 1997 ed il 2005, di installare un programma e trovarvi poi installato altro software non richiesto, come ad esempio le fastidiosissime Toolbar brandizzate nei browser? Ebbene, è considerata una delle maggiori piaghe di Internet! Improvvisamente nel 1997 alcune società di software iniziarono a stringere accordi con produttori minori, dei veri e propri gemellaggi, e permettevano di scaricare alcuni loro prodotti (normalmente a pagamento) in versione gratuita o di prova includendo all'interno una procedura automatica di installazione di altro software afiliato. Molto spesso si trattava di software innocuo o anche utile, ma altrettanto spesso si trattava di software fastidioso (come le tante toolbars che prendevano di mira Internet Explorer) o addirittura autentici spyware e plugin pubblicitari capaci anche di fare danno, ad esempio riscrivendo i files HOSTS e LMHOSTS del pc vittima in modo da dirigere ogni richiesta di URL al sito sponsorizzato.
A dir la verità, ancora oggi perfino colossi dell'Informatica come Adobe o Oracle utilizzano queste tecniche, ma in maniera meno invasiva e ponendo sempre all'utente - in fase di installazione - una scelta.
Speriamo che questo tuffo nel passato vi sia piaciuto, e che auti chi non ha conosciuto alcune di queste 'piaghe' a capire meglio che Internet è un posto bellissimo, ma da surfare sempre attentamente!
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